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Attraverso le analisi più incisive di Pasolini, dedicate all'industrializzazione del desiderio, il libro mette a fuoco la sua posizione nei confronti della Sinistra e della Chiesa in relazione a un Potere che aveva tradito il progresso, a vantaggio di uno sviluppo che Pasolini detestava. Nel corso del tempo questa distinzione vide assottigliarsi le proprie ragioni e il volume accompagna tale crisi attraverso l'opera poetica e cinematografica di Pasolini fino all'atto pubblico di abiura degli ultimi anni. Le ragioni posavano su un'analisi culturale, antropologica e politica della società italiana, di cui dà conto la seconda parte del volume, dedicata al commento analitico di alcuni degli "Scritti corsari". Sullo sfondo, la questione filosofica del tempo: esiste solo un tempo vettoriale, unico, storico? Oppure la temporalità è più complessa, stratificata? Impegnarsi nella Storia ha quindi senso? Pasolini riteneva ancora che guadagnare una consapevolezza culturale e politica del nostro Paese fosse la sola via per far sventolare infine, malgrado tutto, le «belle bandiere» del cambiamento.